MADRID, 23 (EUROPA PRESS)
La corsa presidenziale in Cile è ufficialmente iniziata questa settimana con otto candidati in lizza per le elezioni di novembre, che saranno caratterizzate da una forte polarizzazione. Gli ultimi sondaggi indicano come favoriti il leader del Partito Repubblicano, l'estrema destra José Antonio Kast, e la candidata comunista della coalizione di governo, Jeannete Jara.
Il Servizio Elettorale cileno (Servel) ha ricevuto lunedì gli otto candidati che si contenderanno la successione al presidente Gabriel Boric, vincitore delle elezioni presidenziali del 2021 con oltre il 55,8% dei voti, contro Kast, che ha mancato di poco la presidenza con il 44,1% dei voti. Boric si candida nuovamente a queste elezioni promettendo di risolvere la crisi di sicurezza causata dalla criminalità organizzata e dal narcotraffico.
Secondo un recente sondaggio condotto dall'istituto di sondaggi Cadem, Kast è in testa con il 28% dei voti, seguito dall'ex ministro del Lavoro Jeannete Jara, con due punti percentuali di ritardo rispetto al candidato di estrema destra. Al terzo posto si trova l'ex sindaco di Providencia Evelyn Matthei, candidata della coalizione conservatrice Chile Vamos, con il 16% dei voti.
Parallelamente alle elezioni presidenziali, i cileni si recheranno alle urne anche per rinnovare la Camera dei deputati e gran parte del Senato in elezioni parlamentari altrettanto frammentate, con il voto diviso tra la coalizione di Kast, Cambio por Chile, e il partito al governo Unidad por Chile, guidato da Jara, il che porterà a elezioni parlamentari senza una chiara maggioranza.
Negli ultimi tre anni, il presidente Gabriel Boric, che non può ricandidarsi, ha cercato di consolidare il suo mandato attraverso misure sociali, come la riduzione popolare della giornata lavorativa e la riforma delle pensioni, che ha introdotto i contributi dei datori di lavoro in un sistema dominato da enti pensionistici privati.
Il leader del Frente Amplio ha ottenuto punti anche con la modifica dell'imposta sulle successioni, della tassa sull'estrazione del rame, che consente di destinare un terzo dei proventi ai governi regionali, nonché con l'emanazione della legge organica contro la violenza di genere e della legge contro la violenza sui minori.
Tuttavia, nonostante le promesse elettorali, la sua amministrazione è stata in parte ostacolata dall'incapacità di promulgare una nuova Costituzione che sostituisse quella ereditata dalla dittatura di Augusto Pinochet. Un altro dei suoi debiti più evidenti nei confronti dell'elettorato cileno è la proposta di nazionalizzare il litio.
In totale, un rapporto della Fondazione Ciudadanía Inteligente indica che Boric ha mantenuto solo il 38 percento delle promesse elettorali, con la difesa e la democrazia come i principali ambiti in cui non si sono registrati progressi.
GOVERNABILITÀ SOTTO CONTROLLO
Il ciclo elettorale, iniziato ufficialmente questa settimana, prevede che sia la sinistra che l'estrema destra faranno affidamento sul consenso per governare, sebbene i sondaggi collochino già Kast, scelto come candidato senza passare per le primarie, al secondo turno delle elezioni presidenziali, il che gli conferisce un vantaggio leggermente maggiore rispetto a Jara nell'approvazione finale delle leggi in un Congresso polarizzato.
Kast, che ha presentato la sua candidatura con lo slogan "La forza del cambiamento" ed è ideologicamente vicino al presidente argentino Javier Milei e al presidente statunitense Donald Trump, ha promesso di attuare una serie di misure per superare la stagnazione della crescita economica, l'aumento del costo della vita e la crescente disoccupazione, oltre a concentrarsi sulle questioni relative all'immigrazione e alla sicurezza.
Al contrario, il blocco di sinistra sostenuto da Jara, che ha ricoperto la carica di sottosegretario alla sicurezza sociale durante il secondo mandato dell'ex presidente Michelle Bachelet, avrà il sostegno dei cristiano-democratici, che hanno messo in luce le spaccature interne al partito e hanno portato alle dimissioni di Alberto Undurraga per essersi opposto al candidato comunista.
Jara, che ha sconfitto Carolina Tohá, rappresentante di centro-sinistra del Partito Socialista Democratico, alle primarie del partito al governo, ha cercato di prendere le distanze dal ruolo di successore di Boric e ha affermato di voler costruire un governo incentrato sulla crescita economica, con l'aumento del salario minimo e degli investimenti come misure principali.
Matthei si candiderà nuovamente alla presidenza. Non riuscì a raggiungere La Moneda alle elezioni presidenziali del 2013 come candidata della coalizione Alianza, guidata dall'Unione Democratica Indipendente, contro Bachelet, che riuscì a ottenere il 62,17% dei voti al secondo turno.
Un altro volto noto è il populista Franco Parisi, che si è candidato alle elezioni presidenziali del 2021 per il Partito Popolare ed è ora quarto nei sondaggi, dietro solo a Matthei. Con un approccio apolitico e antipartigiano, ha lanciato la sua campagna elettorale dagli Stati Uniti, dove viveva, e attraverso piattaforme di social media come Facebook e YouTube.
Si candida alle elezioni anche Johannes Kaiser, candidato di estrema destra del Partito Libertario Nazionale (PNL), dimessosi dal Partito Repubblicano nel novembre 2021 a seguito di una serie di dichiarazioni misogine e razziste. Il candidato, un tempo alleato di Kast, ha persino sostenuto un colpo di stato come quello che ha portato al potere Augusto Pinochet nel Paese.
I candidati meno popolari, che hanno ricevuto meno del 2 percento dei voti, sono gli indipendenti Marco Enríquez-Ominami, fondatore dell'ormai defunto Partito Progressista, Harold Mayne-Nicholls, ex presidente della National Professional Football Association, ed Eduardo Artés, segretario generale del Partito Comunista Cileno (Azione Proletaria), che si candida per il suo terzo mandato consecutivo.