Ucraina.- Putin propone di mantenere l'Ucraina orientale in cambio del congelamento dell'offensiva come condizione di pace.

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Il presidente russo rimane fermo sulle sue restanti richieste "fondamentali" per negoziare la cessazione delle ostilità.

MADRID, 16 (EUROPA PRESS)

Il presidente russo Vladimir Putin ha proposto di mantenere l'intera regione del Donbass, che rappresenta praticamente tutta l'Ucraina orientale, in cambio dell'interruzione dell'offensiva sul fronte meridionale e di ulteriori attacchi nel resto del Paese, come una delle condizioni per accettare un possibile accordo di pace con il governo ucraino.

Secondo fonti vicine al vertice di Putin con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Alaska lo scorso venerdì, mentre le forze ucraine si ritiravano dalla regione, che comprende le province di Donetsk e Lugansk, parzialmente incorporate a Mosca, il presidente russo ha ordinato l'immediata sospensione dell'offensiva sui fronti di Zaporizhia e Kherson, nel sud del Paese, secondo quanto riportato dal Financial Times, NBC e Bloomberg.

Le stesse fonti indicano che Putin ha promesso di porre fine a qualsiasi altro tipo di attacco contro l'Ucraina, come gli attacchi con droni e missili da crociera che regolarmente conduce contro il centro e l'ovest del Paese.

Putin ha trasmesso questo messaggio a Trump ieri, il quale ha trascorso le ore successive a comunicare l'offerta ai leader europei, in quella che il presidente russo, sempre secondo queste fonti, intende come una "concessione territoriale". Tuttavia, il presidente ha anche avvertito la sua controparte americana di non aver abbandonato il resto delle cosiddette condizioni "fondamentali" per una fine definitiva del conflitto.

Mosca, è opportuno ricordarlo, esige che l'Ucraina assuma lo status permanente di potenza non nucleare, indipendente dalla NATO, con tutte le garanzie per la comunità russofona e, soprattutto, il riconoscimento di quella che Mosca chiama "la nuova realtà territoriale" rappresentata dai territori ucraini che ha incorporato, gran parte dei quali si trovano nel Donbass, oltre alla Crimea.

Vale la pena ricordare che le forze russe controllano circa il 70% di Donetsk, ma la catena di città nella parte occidentale della regione rimane sotto il controllo ucraino e costituisce una cintura difensiva cruciale, la cui resa renderebbe il Paese estremamente vulnerabile in caso di una nuova offensiva. Per quanto riguarda Luhansk, le forze russe controllano praticamente l'intera regione, ad eccezione di una piccola porzione nell'estremo ovest.

Le "garanzie di sicurezza" sono state un altro tema di spicco al vertice in Alaska. A questo proposito, Trump ha dichiarato ai leader europei che Putin è, in linea di principio, disposto ad accettare una soluzione internazionale per proteggere l'Ucraina da una nuova offensiva russa, purché non implichi la presenza della NATO.

Questo scenario coincide con una stima fatta da Trump venerdì scorso, prima del vertice in Alaska. Nei commenti ai media statunitensi durante il volo per Anchorage, il presidente degli Stati Uniti ha contemplato la possibilità di schierare una forza multinazionale "con l'Europa e altri paesi", ma mai "sotto forma di NATO", un'opzione che il presidente degli Stati Uniti aveva già sommariamente escluso. "Ci sono cose che non accadranno mai, ma per quanto riguarda l'Europa, questa possibilità esiste", ha concluso.

Trump riferirà tutto questo al presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il loro cruciale incontro alla Casa Bianca lunedì. Secondo fonti vicine al New York Times, Trump ha esteso un invito a diversi "leader europei", a partire dai capi di Stato e di governo della cosiddetta "coalizione dei volenterosi", a partecipare a una missione di pace per l'Ucraina, in primo luogo il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer.

Zelensky, che non ha commentato formalmente questa informazione, né lo hanno fatto la Casa Bianca, il Cremlino o la diplomazia europea, ha sempre dichiarato la sua ferma opposizione alla cessione di territori alla Russia come parte di un possibile accordo di pace.

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