Il governo sudanese chiede all'ONU di intervenire contro l'assedio delle RSF a El Fasher.

Il governo sudanese ha chiesto alle Nazioni Unite di interrompere le trattative e di adottare "misure urgenti e decisive" per interrompere l'assedio durato mesi della città di El Fasher, capitale storica della regione occidentale del Darfur, da parte delle Forze di Supporto Rapido (RSF) paramilitari. La cattura delle RSF rappresenterebbe di fatto una vittoria per il gruppo armato in tutto il territorio.

L'esercito e i paramilitari sudanesi sono impegnati in intensi combattimenti da venerdì scorso per prendere il controllo dell'aeroporto internazionale della città, mentre l'intera regione è colpita da una grave epidemia di colera che ha già causato più di 300 morti e 7.400 casi, principalmente tra le centinaia di migliaia di sfollati in fuga dai combattimenti.

L'esercito sudanese ha confermato venerdì che i paramilitari hanno lanciato un attacco su più fronti nei pressi dell'aeroporto, in particolare nei pressi del quartier generale della Sesta Divisione di Fanteria dell'esercito. In un post su Facebook, i militari hanno affermato di essere riusciti a resistere a un bombardamento iniziale e di aver poi respinto gli attacchi provenienti da sud-ovest e da nord dell'aeroporto.

In questo contesto, il Ministero degli Esteri sudanese ha chiesto, in un messaggio pubblicato sul suo account X, che sia l'ONU sia le sue agenzie competenti "passino dalle espressioni di preoccupazione a misure urgenti e decisive contro la milizia" guidata da Mohamed Hamdan Dagalo, alias Hemedti.

Il Ministero chiede un intervento immediato delle Nazioni Unite per imporre, innanzitutto, "la fine dell'assedio illegale di El Fasher" e, poi, "accelerare la designazione della milizia RSF come organizzazione terroristica".

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