Scienza.-Biosfera in pericolo: uno studio rivela rischi nel 60% della Terra

da 18 agosto 2025

MADRID, 18 (EUROPA PRESS)

Un nuovo studio ha mappato in dettaglio spaziale e nel corso dei secoli il confine planetario dell'“integrità funzionale della biosfera”.

Questo studio rivela che il 60% della superficie terrestre globale si trova già al di fuori della zona di sicurezza definita localmente e il 38% si trova addirittura nella zona ad alto rischio.

Lo studio è stato condotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) in collaborazione con la BOKU University di Vienna e pubblicato sulla rivista One Earth.

L'integrità funzionale della biosfera si riferisce alla capacità del mondo vegetale di co-regolare lo stato del sistema Terra. Ciò richiede che il mondo vegetale sia in grado di ottenere energia sufficiente attraverso la fotosintesi per mantenere i flussi di carbonio, acqua e azoto che sostengono gli ecosistemi e i loro numerosi processi interconnessi, nonostante l'attuale massiccio intervento umano.

Insieme alla perdita di biodiversità e al cambiamento climatico, l'integrità funzionale costituisce il nucleo del quadro analitico dei confini planetari per uno spazio operativo sicuro per l'umanità.

"C'è un enorme bisogno da parte della civiltà di utilizzare la biosfera per il cibo, le materie prime e, in futuro, anche per la protezione del clima", ha affermato in una dichiarazione Fabian Stenzel, autore principale dello studio e membro del gruppo di ricerca PIK, Safe Terrestrial Operational Space.

«Dopotutto, la domanda umana di biomassa continua a crescere e la coltivazione di erbe o alberi a crescita rapida per produrre bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio è vista da molti come una strategia importante per supportare la stabilizzazione del clima.

"Pertanto, diventa ancora più importante quantificare la pressione che stiamo già esercitando sulla biosfera, differenziandola per regione e nel tempo, per identificare i sovraccarichi. La nostra ricerca sta aprendo la strada a questo obiettivo.

Lo studio si basa sull'ultimo aggiornamento del framework Planetary Boundaries, pubblicato nel 2023.

"Il quadro ora colloca chiaramente i flussi di energia derivanti dalla fotosintesi nella vegetazione globale al centro dei processi che co-regolano la stabilità planetaria", spiega Wolfgang Lucht, responsabile del Dipartimento di analisi del sistema terrestre presso il PIK e coordinatore dello studio.

STRESS SULLA NATURA

"Questi flussi di energia alimentano ogni forma di vita, ma gli esseri umani ne stanno deviando una parte significativa per i propri scopi, interrompendo i processi dinamici della natura."

Lo stress che questo provoca al sistema Terra può essere misurato dalla percentuale di produttività della biomassa naturale che l'umanità canalizza verso i propri usi (attraverso raccolti, residui e legname), ma anche dalla riduzione dell'attività fotosintetica causata dalla coltivazione e dall'impermeabilizzazione del suolo.

Lo studio ha aggiunto a questa misura un secondo potente indicatore dell'integrità della biosfera: un indicatore del rischio di destabilizzazione dell'ecosistema che registra complessi cambiamenti strutturali nella vegetazione e nei bilanci di acqua, carbonio e azoto della biosfera.

EVOLUZIONE DAL 1600

Basato sul modello globale della biosfera LPJmL, che simula i flussi giornalieri di acqua, carbonio e azoto con una risoluzione di mezzo grado di longitudine/latitudine, lo studio fornisce un inventario dettagliato per ogni anno a partire dal 1600, in base ai cambiamenti climatici e all'uso del territorio da parte dell'uomo.

Il team di ricerca non solo ha calcolato, mappato e confrontato i due indicatori dell'integrità funzionale della biosfera, ma li ha anche valutati attraverso un confronto matematico con altre misure presenti in letteratura per le quali sono note "soglie critiche".

Ciò ha comportato l'assegnazione a ciascuna area di uno stato basato sui limiti di tolleranza ai cambiamenti dell'ecosistema locale: Spazio operativo sicuro, Zona a rischio crescente o Zona ad alto rischio.

I calcoli del modello mostrano che sviluppi preoccupanti iniziarono già nel 1600 alle medie latitudini. Nel 1900, la percentuale di superficie terrestre globale in cui i cambiamenti degli ecosistemi superavano la zona di sicurezza definita localmente, o rientravano addirittura nella zona ad alto rischio, era rispettivamente del 37% e del 14%, rispetto al 60% e al 38% di oggi.

L'industrializzazione stava iniziando a farsi sentire; l'uso del suolo influenzava lo stato del sistema Terra ben prima del riscaldamento globale. Attualmente, questo confine della biosfera è stato oltrepassato su quasi tutta la superficie terrestre, principalmente in Europa, Asia e Nord America, che ha subito una significativa conversione della copertura vegetale, dovuta principalmente all'agricoltura.

"Questa prima mappa globale che mostra la violazione del limite dell'integrità funzionale della biosfera, che rappresenta sia l'appropriazione umana della biomassa sia il dissesto ecologico, rappresenta una svolta scientifica importante, poiché fornisce una migliore comprensione complessiva dei confini planetari", afferma Johan Rockström, direttore del PIK e uno dei coautori dello studio.

"Fornisce inoltre un importante impulso per l'ulteriore sviluppo della politica climatica internazionale, poiché evidenzia il legame tra biomassa e pozzi di carbonio naturali e come questi possano contribuire a mitigare il cambiamento climatico. I governi devono affrontare questo tema come un'unica questione fondamentale: la protezione completa della biosfera, abbinata a un'azione decisa per il clima."

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