Juan Miguel Petit: I prigionieri che vivono in condizioni indegne dovrebbero fare causa allo Stato.

da 12 settembre 2025

Un possibile percorso verso la riforma carceraria in Uruguay

Per un decennio, Juan Miguel Petit ha guidato un monitoraggio costante del sistema carcerario uruguaiano da parte della Commissione parlamentare. I suoi rapporti rivelano problemi strutturali: sovraffollamento, violenza e condizioni che il rapporto stesso descrive come trattamenti crudeli, disumani e degradanti in circa il 40% dei casi. In procinto di concludere il suo secondo mandato, Petit insiste sul fatto che il carcere sia la sanzione predefinita e misure e durature

Sovraffollamento e violenza: l'urgenza della diagnosi

Il sovraffollamento è una delle principali fonti di problemi: spazi degradati, scarsa igiene e persone che dormono per terra. Questo trasforma le carceri in focolai di rischio sanitario e sociale e alimenta la violenza interna. Se il problema dell'incarcerazione di massa non viene affrontato, interventi parziali non fanno altro che mitigare il problema senza risolverlo.

Misure alternative: cosa mancava e cosa proponiamo

Petit avverte che le misure alternative rimangono deboli e poco plausibili a causa della loro struttura amministrativa limitata. Invertire il rapporto tra carceri e misure alternative richiede programmi solidi, supervisione tecnica e risorse specializzate. Le proposte includono l'estensione degli arresti domiciliari assistiti e il rafforzamento dei meccanismi per prevenire la detenzione preventiva non necessaria.

Istituto Nazionale di Riabilitazione: Perché decentralizzare?

Il commissario sostiene che l'INR sia "sepolto" sotto il Ministero dell'Interno e che il suo decentramento sia fondamentale per la gestione di politiche globali. Un istituto autonomo potrebbe coordinare sanità , istruzione e reinserimento, smettendo di dipendere dalla buona volontà di altre istituzioni. La mancanza di questa voce istituzionale ostacola i piani a lungo termine e l'attuazione dei programmi regionali.

Diritti umani: responsabilità dello Stato e giustizia

I rapporti sostengono che la persistenza di condizioni degradanti richiede risposte giudiziarie e amministrative. Petit chiede alla magistratura di considerare le condizioni di detenzione al momento di stabilire le pene e di facilitare l'accesso a rimedi come l'habeas corpus. Propone inoltre che la magistratura valuti le denunce di trattamento degradante e valuti la responsabilità dello Stato, ove opportuno.

Il rapporto presentato da Petit propone tre riforme giuridiche specifiche: il ripristino dei meccanismi di riduzione delle pene, la riattivazione della sospensione condizionale dei procedimenti per reati minori e l'estensione dell'applicazione degli articoli procedurali che consentono di differire le pene detentive. Questi strumenti mirano ad adeguare le sanzioni penali senza compromettere la società e a ridurre il sovraffollamento carcerario.

La valutazione richiede anche la chiusura e la riparazione di strutture in condizioni critiche, come le unità Comcar, il carcere di Libertad e altri centri con infrastrutture crollate. Mantenere strutture non sicure non è solo incostituzionale, ma ha anche un costo sociale ed economico che in ultima analisi peggiora il reinserimento. La proposta prevede di combinare chiusure strategiche con la ridistribuzione delle risorse umane e sanitarie.

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