Nei primi mesi del governo di Yamandú Orsi, il partito al governo in Uruguay ha dovuto affrontare notevoli difficoltà alla Camera dei Deputati a causa della mancanza di una maggioranza. Tuttavia, con una strategia che combina gesti politici, negoziazione territoriale e ascolto attivo, il presidente ha iniziato a invertire la rotta. La chiave sembra risiedere nell'entroterra del Paese, dove i sindaci dei diversi partiti stanno iniziando a svolgere un ruolo fondamentale.
Il Fronte Ampio ha 48 rappresentanti e necessita di almeno altri due voti per approvare qualsiasi disegno di legge senza ricorrere al Senato. Le prime sessioni hanno rivelato uno scenario complesso: la creazione di tre municipalità è stata ostacolata da un solo voto e un omaggio a Raúl Sendic è fallito a causa dell'assenza di un parlamentare del partito al governo.
Nonostante queste battute d'arresto iniziali, la situazione cominciò a cambiare. La FA raggiunse accordi con settori dell'opposizione su progetti chiave come l'eutanasia e il Rapporto di Rendicontazione. In quest'ultimo caso, godeva del sostegno del Cabildo Abierto, mentre su altre questioni, come il salvataggio del CASMU (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) e della Caja de Profesionales (Fondo per i Professionisti), raccolse i voti dei legislatori bianchi, del Colorado e indipendenti.
Parallelamente a queste negoziazioni, Orsi iniziò ad attuare una strategia più territoriale. Consapevole dell'influenza dei governi dipartimentali, il presidente si concentrò sul dialogo con i sindaci dell'entroterra, compresi quelli del Partito Nazionale. Questi leader locali, spesso distanti dal centralismo di Montevideo, apprezzano il dialogo diretto e l'opportunità di influenzare l'agenda nazionale.
Un punto di svolta fu l'incontro tra Orsi e i sindaci presso la residenza Suárez e Reyes, un barbecue che, al di là del suo carattere simbolico, servì come gesto concreto di apertura. Lì, si condivisero preoccupazioni, si ascoltarono proposte e si iniziò a consolidare un canale di comunicazione che avrebbe potuto portare a un sostegno legislativo fondamentale.
Uno dei sindaci più influenti, Nicolás Olivera di Paysandú, ha sottolineato che, se c'è la volontà di ascoltare e trovare soluzioni, non ci sono problemi a sostenere i progetti governativi, purché siano a vantaggio dei propri dipartimenti. Questa dichiarazione riassume lo spirito di questa nuova era: meno intransigenti schieramenti di parte e maggiore apertura agli interessi regionali.
In questo senso, alcuni progetti recenti mostrano come questa strategia possa dare risultati. L'approvazione di misure per le zone di confine, in particolare lungo la costa con il Brasile, è stata promossa dai rappresentanti di quei dipartimenti, nonostante le obiezioni di altri settori dell'opposizione. In questo caso, le esigenze locali hanno prevalso sulle tensioni tra i partiti.
Il coordinatore del Frente Amplio, Mariano Tucci, ha confermato che sono in corso trattative con tutti. Afferma che i colloqui si svolgono prima con i partiti politici, poi con i settori e infine con ciascun parlamentare, a seconda dei rispettivi interessi territoriali. Questa metodologia, che potrebbe sembrare pragmatica, riflette un'attenta lettura della realtà politica attuale.
Anche all'interno del Partito Nazionale si stanno formando dei movimenti. Con un divario di oltre 300.000 voti tra le elezioni nazionali del 2024 e quelle dipartimentali del 2025, alcuni leader locali stanno cercando di riposizionarsi e costruire un nuovo polo di potere all'interno del partito. Questa disputa interna potrebbe essere sfruttata dal governo per consolidare le alleanze su questioni chiave.
Il Bilancio quinquennale si profila all'orizzonte come la prossima grande battaglia legislativa. Per procedere, la FA avrà ancora una volta bisogno di supporto esterno. I colloqui sono già in corso e i sindaci sembrano svolgere un ruolo centrale. Orsi, con il suo stile accessibile e diretto, cerca di capitalizzare questa apertura.
La strategia ricorda in parte la logica di José Mujica: costruire dal basso, parlare con tutti, ascoltare e negoziare. Senza una maggioranza, ogni voto conta. E in questo gioco di equilibri, l'interno diventa un attore essenziale.
Nel frattempo, in Parlamento, l'opposizione sta cercando di riorganizzarsi. Parlamentari come Juan Martín Rodríguez riconoscono che il partito al governo ha compiuto una "svolta" da maggio, trovando partner temporanei per ogni progetto. L'agenda, che inizialmente sembrava bloccata, ora si sta muovendo in modo più dinamico.
Parlare, negoziare, raggiungere un accordo. Questa è la nuova normalità nel Parlamento uruguaiano. E Orsi, nel suo duplice ruolo istituzionale e politico, si sta posizionando come un facilitatore chiave. Le carte sono sul tavolo e gli affari interni giocano sempre più un ruolo nel gioco di potere.