Lavoro sessuale in Uruguay: Broad Front spinge per modifiche alla legge
uruguaiana sul lavoro sessuale , con un approccio basato sui diritti e sanzioni più severe per le lavoratrici del sesso.
Il governo uruguaiano ritiene che la legge approvata nel 2002 sul lavoro sessuale abbia segnato una svolta nella regione. Ha riconosciuto l'attività, ne ha regolamentato gli aspetti fondamentali e ha fornito un quadro giuridico definito. Tuttavia, a più di due decenni dalla sua entrata in vigore, i legislatori del Fronte Ampio ritengono che la situazione attuale richieda una revisione approfondita.
Riforma del diritto con una prospettiva del lavoro
La nuova proposta mira a eliminare un approccio che definiscono "punitivo e igienico", poiché la regolamentazione è stata finora di competenza del Ministero dell'Interno e del Ministero della Salute Pubblica. Il Fronte Ampio chiede invece una regolamentazione basata sul riconoscimento del lavoro sessuale come attività lavorativa legittima, con diritti e doveri chiari.

I diritti dei lavoratori al centro
Il disegno di legge denuncia gli abusi a cui sono attualmente sottoposte le lavoratrici del sesso: multe per il rifiuto di servire i clienti, pressioni per consumare alcol o droghe , trattenute eccessive dalla retribuzione e persino la reintegrazione forzata pochi giorni dopo il parto. Queste pratiche, avverte il disegno di legge, non sarebbero tollerate in nessun altro rapporto di lavoro.
Multe locali più severe
L'iniziativa prevede sanzioni più severe per i titolari di attività commerciali che violano le normative. Le attuali sanzioni, che vanno da 5 a 100 unità di misura (circa 230-4.600 USD), verrebbero aumentate a una cifra compresa tra 10 e 200 unità di misura (da 460 a 9.200 USD). Inoltre, viene eliminata la possibilità di sostituire la sanzione con lavori socialmente utili, in quanto considerata inadeguata per questo tipo di violazione.
Comportamenti proibiti e controllo
L'articolo elenca anche le pratiche espressamente vietate ai proprietari: stabilire orari rigidi, imporre il controllo sui clienti, forzare l'uso di alcol o droghe, trattenere documenti o effetti personali e trattenere una percentuale sui pagamenti dei servizi, operazione classificata come sfruttamento della prostituzione. È consentito addebitare costi per servizi accessori come l'affitto di camere, ma con ricevute formali e prezzi trasparenti.
Un dibattito in Parlamento
Il Parlamento analizzerà ora la proposta, che promette di generare un ampio dibattito sociale e politico . Il Broad Front insiste sul fatto che ciò rappresenti un cambio di paradigma: il passaggio dalla supervisione sanitaria e di polizia a un quadro normativo sui diritti del lavoro che miri a proteggere le persone che scelgono il lavoro sessuale come mezzo di sostentamento.
Il dibattito sul lavoro sessuale in Uruguay non è nuovo. La legge del 2002 fu accolta all'epoca come una misura pionieristica in America Latina perché riconosceva formalmente un'attività storicamente marginalizzata e criminalizzata. Tuttavia, nel tempo, sono emerse critiche da parte di organizzazioni sociali e accademici, che hanno sottolineato l'insufficiente quadro giuridico a garantire condizioni di uguaglianza e sicurezza.
L'attuale dibattito si inserisce in uno scenario più ampio: in paesi della regione come Argentina e Cile, manca ancora una regolamentazione chiara, il che crea vulnerabilità per le lavoratrici del sesso. L'Uruguay, d'altro canto, cerca di mantenere il suo punto di riferimento regionale orientandosi verso un modello incentrato sui diritti del lavoro e sulla protezione dagli abusi.

Il disegno di legge del Frente Amplio riflette anche le richieste di lunga data delle associazioni di lavoratrici del sesso, che da anni denunciano la mancanza di strumenti efficaci per contrastare le pratiche coercitive all'interno di alcune strutture. Includendo un catalogo di comportamenti vietati, l'iniziativa mira a colmare le lacune legali che in passato hanno consentito sfruttamento e molestie.
Per i suoi sostenitori, l'aggiornamento della legge non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di salute pubblica e di convivenza democratica. Riconoscendo il lavoro sessuale come un'occupazione con regole chiare, l'obiettivo è ridurre lo stigma, garantire maggiore sicurezza a chi lo pratica e garantire un quadro trasparente per le strutture che operano nel rispetto della legge.
Il dibattito parlamentare sarà sicuramente caratterizzato da posizioni diverse: da chi chiede una maggiore tutela a chi ritiene che una regolamentazione possa legittimare un fenomeno controverso. La verità è che il disegno di legge promette di innescare un intenso dibattito nella società uruguaiana, dove si intersecano prospettive legali, politiche, sanitarie e di diritti umani.