Corea.- La sorella di Kim sostiene che Seul non può essere un "partner" di Pyongyang, che accusa di essere "doppia faccia".

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Critica il presidente Lee perché cerca di dare una "buona impressione" ma in realtà sta "fingendo".

MADRID, 20 (EUROPA PRESS)

Kim Yo Jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, ha dichiarato mercoledì che Seul non può essere un partner diplomatico di Pyongyang e che l'attuale presidente della Corea del Sud, Lee Jae Myung, "non cambierà il corso della storia", dopo che quest'ultimo ha espresso la sua intenzione di raggiungere un riavvicinamento con il paese vicino rinunciando all'"unificazione per assorbimento".

"La Repubblica di Corea non può essere un partner diplomatico della Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC). Lee Jae Myung non è il tipo di uomo che cambierà il corso della storia", ha affermato durante un incontro con alti funzionari del Ministero degli Esteri nordcoreano, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale KCNA.

Kim ha criticato le recenti azioni del leader sudcoreano, che il giorno prima aveva invitato il governo a elaborare un piano "passo dopo passo" che stabilisse un modo per mantenere gli accordi esistenti con la Corea del Nord, in quella che ha definito una "offensiva di pacificazione".

A questo proposito, ha accusato Lee di cercare di "dare l'impressione che qualcosa stia cambiando in meglio" nelle relazioni tra i due Paesi, pur avendo "un secondo fine: scaricare in ultima analisi la colpa del fallimento della ripresa delle relazioni tra Seul e Pyongyang sulla RPDC". "Non dobbiamo dimenticare il fatto che chiunque nella Repubblica di Corea è un fedele servitore di prima classe degli Stati Uniti", ha osservato.

Ha quindi denunciato Seul per "aver ripetuto le stesse sciocchezze dei suoi predecessori sulle 'esercitazioni difensive', anche dopo aver organizzato l'avventato gioco di guerra tra gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea per un'aggressione che minaccia direttamente la sicurezza della RPDC". "Questa è la parte che illustra chiaramente la duplice natura delle autorità di Seul, che hanno due facce sotto il cofano", ha aggiunto.

Denominate Ulchi Freedom Shield, le manovre congiunte Seul-Washington lanciate questa settimana dureranno undici giorni e comporteranno lo schieramento di un massimo di 21.000 soldati, di cui 18.000 sudcoreani. Inoltre, si prevede che circa 580.000 civili saranno mobilitati nell'arco di quattro giorni, in quella che entrambi gli alleati sostengono essere una serie di esercitazioni con un obiettivo "puramente difensivo".

Si tratta della seconda esercitazione di questo tipo svolta nella zona, dopo le sfortunate esercitazioni di marzo, in cui due caccia sudcoreani sganciarono per errore otto bombe su un'area civile, un incidente che provocò quasi una dozzina di feriti.

Kim ha quindi esortato il ministero diplomatico del suo Paese a "cercare contromisure appropriate per quanto riguarda le relazioni con lo Stato più ostile e con gli Stati che ascoltano le sue istigazioni".

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