Ucraina.- La Svizzera concederà l'immunità a Putin se parteciperà al vertice con Zelensky, nonostante l'ordinanza della CPI nei suoi confronti.

MADRID, 19 (EUROPA PRESS)

La Svizzera ha annunciato martedì che concederà l'immunità al presidente russo Vladimir Putin se deciderà di partecipare al vertice con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, che intende tenere nel Paese nonostante un mandato di arresto emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale (CPI) per la deportazione forzata di bambini ucraini.

"Siamo pronti a tenere un incontro del genere. Abbiamo sempre espresso la nostra disponibilità, ma naturalmente dipenderà dalla volontà delle grandi potenze", ha dichiarato il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis durante una conferenza stampa con il suo omologo italiano, Antonio Tajani, a Berna.

A questo proposito, ha spiegato che il vertice ha potuto svolgersi in Svizzera grazie al ruolo "speciale" di Ginevra in quanto sede europea delle Nazioni Unite, anche se il Paese è tenuto a rispettare le decisioni della CPI, con sede all'Aia.

Il ministro degli esteri svizzero ha inoltre affermato che Berna si sta preparando ad ospitare il vertice e ha assicurato che l'evento potrebbe svolgersi "molto presto", secondo quanto riportato dall'emittente pubblica SRF.

Ciò avviene dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto la Svizzera come Paese ospitante del vertice tra i due leader, data la sua natura "neutrale", dopo l'incontro con Zelensky, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e altri leader europei a Washington lunedì.

Trump, principale promotore degli attuali sforzi diplomatici per porre fine al conflitto in Ucraina, si è limitato per ora a dire che i preparativi per il vertice tra Putin e Zelensky sono già iniziati e a delineare un format che inizierebbe con un incontro bilaterale tra i leader russo e ucraino, poi aperto a tre, con il residente della Casa Bianca seduto al tavolo.

Nel marzo 2023, poco più di un anno dopo l'inizio della guerra in Ucraina, la CPI ha emesso un mandato di arresto per Putin e la sua commissaria per i diritti dei minori, Maria Lvova-Belova, per un presunto crimine di guerra che prevedeva la deportazione forzata di bambini ucraini dalle zone conquistate da Mosca verso il territorio russo.

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