L'aumento dei prezzi del gasolio e del supergas riaccende la controversia sul PPI; Cardona esorta alla calma

da 3 settembre 2025

Dopo l'aumento del prezzo del gasolio e del supergas iniziato lunedì scorso, la Ministra dell'Industria, dell'Energia e delle Miniere, Fernanda Cardona, è partita a razzo: "Alcuni attori politici devono scrollarsi di dosso la rabbia", ha affermato. E ha colto l'occasione per intervenire sulla discussione del Bilancio in Parlamento: "Dobbiamo lasciarli lavorare". In altre parole, non dovrebbero piombarle addosso mentre si decide tutto. La cosa curiosa è che non è solo l'opposizione a fare rumore; anche sindacati come la Federazione Rurale e l'Intersindacato del Merci Terrestre Professionale (ITPC) si sono sollevati, parlando di "sorpresa e preoccupazione". Affermano che l'aumento "crea tensione e colpisce direttamente la catena dei prezzi", oltre a lasciare tutti di cattivo umore.

I numeri sono piuttosto chiari: a settembre, il diesel 50 S è aumentato del 4,28% (ora a 50,14 dollari), il diesel 10 S è aumentato del 3,74% (57,14 dollari) e la bombola da 13 chili di supergas è schizzata in alto del 9,52%. La benzina è stata l'unica a scendere, un miracolo. La Super 95 è scesa dello 0,66% e ora costa 78,20 dollari al litro (prima 78,72 dollari), e la Premium 97 è scesa dello 0,64% (80,61 dollari, quando prima costava 81,13 dollari).

Il settore dei trasporti non ha usato mezzi termini: in una dichiarazione, ha affermato che si trattava di "una notizia particolarmente negativa per un settore già stressato da problemi di costi e produttività". E, di sfuggita, ha sottolineato che c'erano "incongruenze tra i dati del rapporto PPI e il prezzo stabilito", il che "riduce la trasparenza del sistema e lascia il settore nell'incertezza".

Anche la Federazione Rurale si è unita alla battaglia, esprimendo la sua "profonda preoccupazione e disappunto per l'aumento del carburante" perché "ha un impatto sull'intera filiera produttiva nazionale". Inoltre, il settore era già alle prese con costi elevati e una competitività ai minimi storici.

Cardona, nel frattempo, ha difeso il nuovo metodo di determinazione dei prezzi del carburante, in vigore da maggio: in pratica, annunciano i prezzi ogni 60 giorni, c'è un fattore di stabilizzazione di 1,50 dollari al litro e un limite massimo di variazione del 7%. Secondo lei, lo stanno sperimentando con il Ministro dell'Economia Gabriel Oddone, in modo che nessuno possa sostenere che il processo sia poco chiaro. "Abbiamo parlato mille volte di come viene applicato il Prezzo di Parità all'Importazione (PPI)", ha detto Cardona. E oltretutto, ritiene che continuare a discuterne durante la Legge di Bilancio sia un enorme spreco di risorse.

Ah, e a proposito della bombola di gasolio: dopo il taglio di 100 dollari a luglio, ora è il prodotto che ha subito il maggiore aumento di prezzo. Cardona lo ha spiegato in questo modo: "Torna al prezzo precedente allo sconto". In pratica, non è che sia aumentato, ma piuttosto che la promozione è finita. Tra l'altro, ha osservato che i prezzi del gasolio sono scesi ad aprile, maggio e giugno, in concomitanza con il raccolto e poi a causa del freddo polare. In altre parole, non sempre aumenta, secondo la sua versione.

Insomma, per Cardona, continuare a ripetere che si tratta di un "aggiustamento storico" non ha senso. "Abbiamo tabelle al Ministero, all'Ancap, alla Direzione dell'Energia con i prezzi di tutti gli ultimi cinque anni", si è difeso.

Come se non bastasse, la ministra ha parlato anche della crepa in un oleodotto che trasporta petrolio dalla boa José Ignacio a Maldonado. Ha affermato che stanno lavorando con l'Ancap e il Comune di Maldonado per ripararla e che venerdì arriveranno tecnici cileni. "Siamo in contatto con la presidente dell'Ancap (Cecilia San Román)", ha concluso Cardona. Una giornata impegnativa, diciamo.

Da non perdere