MADRID, 13 (EUROPA PRESS)
Il direttore dell'Osservatorio del farmaco della Federazione spagnola delle aziende farmaceutiche (FEFE), Enrique Granda, ha avvertito che il trasferimento di farmaci da parte dei veterinari, approvato dal Congresso nell'ambito della legge che istituisce l'Agenzia statale di sanità pubblica, potrebbe compromettere la sicurezza del sistema.
Lo afferma l'ultimo editoriale dell'Observatorio del Medicamento (Osservatorio dei farmaci), sostenendo che la dispensazione non consiste solo nel distribuire una scatola di pillole, ma implica anche tracciabilità, controllo dei farmaci, farmacovigilanza e consulenza professionale, elementi che sono una parte "inseparabile" del lavoro del professionista farmaceutico.
"L'approvazione dell'emendamento alla Legge istitutiva dell'Agenzia di Sanità Pubblica, che introduce il concetto di 'assegnazione' dei medicinali veterinari, è stata accolta con entusiasmo dalla comunità veterinaria. Tuttavia, è opportuno chiarire che tale emendamento non concede loro carta bianca né altera i principi essenziali che regolano la distribuzione dei medicinali nel nostro Paese", ha affermato.
In questa linea, ha ribadito che la farmacia è stata e continua a essere un "garante" di qualità, sicurezza e legalità nella fornitura di farmaci, compresi quelli destinati agli animali. In questo modo, funge da "barriera protettiva" contro pratiche che "potrebbero mettere a rischio la salute pubblica".
"Tentare di sostituire questo modello con un sistema di 'distribuzione nascosta' negli studi veterinari ignora sia la legislazione vigente sia il ruolo professionale dei farmacisti", ha affermato.
Granda ha osservato che l'introduzione della concessione veterinaria non abroga né la Legge sulle Garanzie e l'Uso Razionale dei Medicinali e dei Dispositivi Medici né il Regio Decreto 1157/2021, che regolano il quadro giuridico dei medicinali veterinari. Come ha spiegato, la Spagna definisce le cliniche veterinarie come centri sanitari soggetti a registrazione, ispezione e controllo sanitario, non come esercizi commerciali per la vendita al dettaglio di medicinali.
Pertanto, ha sottolineato che tentare di rendere standard una pratica finora tollerata solo al di fuori dei canali legali è una "interpretazione abusiva". Ha inoltre avvertito che l'argomentazione secondo cui i trasferimenti a più livelli eviteranno lo spreco di droga non giustifica questo modello, "che confonde le responsabilità".
Pur difendendo la collaborazione tra medici, farmacisti e veterinari nell'ambito dell'approccio "One Health", Granda ha affermato che questo emendamento non chiude il dibattito, ma apre piuttosto una "fase di monitoraggio" e, se necessario, di "contestazione davanti agli organi amministrativi e giudiziari competenti". "La concessione veterinaria non può diventare sinonimo di libera vendita o un alibi per consolidare pratiche irregolari", ha sottolineato.
"La professione farmaceutica continuerà a difendere il suo ruolo, non per interessi aziendali, ma perché da essa dipendono la sicurezza dei trattamenti, il controllo della resistenza antimicrobica e il rispetto delle normative a tutela della salute pubblica. La tradizione, la legge e l'esperienza ci sostengono", ha sottolineato.