Pressione internazionale su Bukele: la CIDH chiede la fine dello stato di emergenza in El Salvador.

Mette in guardia contro "l'applicazione impropria" di un regime che ha detenuto più di 88.000 persone da marzo 2022.

MADRID, 15 (EUROPA PRESS)

La Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH) ha chiesto al presidente di El Salvador, David Bukele, di porre fine allo stato di emergenza, in vigore da oltre tre anni. Ha espresso la sua "preoccupazione per la sua prolungata estensione e la sua impropria applicazione", dopo che il parlamento del paese centroamericano ha approvato la sua 41a estensione alla fine di luglio.

"La Commissione è preoccupata che le disposizioni del regime di emergenza e altre misure per combattere la criminalità organizzata vengano applicate a situazioni non correlate alle ragioni addotte dallo Stato per la loro attuazione", ha affermato in una dichiarazione, evidenziando i casi di diversi difensori dei diritti umani detenuti quest'anno.

In particolare, l'organizzazione si è nuovamente espressa contro Enrique Anaya, Ruth López, Alejandro Henríquez, José Ángel Pérez e Fidel Zavala, criticando le autorità salvadoregne per "essersi trovate in custodia cautelare senza considerare le particolarità della loro situazione; sono attualmente trattenute in isolamento e i loro procedimenti sono tenuti riservati".

"La Commissione ha ricevuto anche informazioni sulla detenzione in isolamento di salvadoregni e di altre nazionalità che sono o sono stati detenuti nel Paese dopo essere stati deportati o espulsi da El Salvador quest'anno", ha aggiunto.

La CIDH ha ricordato al governo salvadoregno, che giustifica lo stato di emergenza sostenendo che consente di contrastare la violenza delle gang, che deve "adempiere al suo obbligo di garantire garanzie giudiziarie a tutti i detenuti e astenersi dall'applicare misure eccezionali che limitino i diritti umani in situazioni diverse da quelle strettamente giustificate dalle norme internazionali".

Ha inoltre esortato le autorità a porre fine alla "sospensione dei diritti e delle garanzie" prevista dallo stato di emergenza, la cui scadenza è prevista per il 2 settembre, e a sviluppare invece una politica di sicurezza che affronti "le cause e le conseguenze della criminalità, sulla base di prove e con particolare attenzione ai diritti umani".

In un rapporto su questo tema pubblicato nel 2024, la CIDH ha evidenziato "il significativo calo dei tassi di violenza segnalati dallo Stato", pur indicando di "non aver osservato la situazione di emergenza necessaria (...) per mantenere i diritti sospesi nel Paese".

Da marzo 2022, durante lo stato di emergenza, sono state detenute più di 88.000 persone. Le organizzazioni della società civile hanno segnalato alla CIDH l'esistenza di circa 7.000 casi documentati di violazioni dei diritti umani nel contesto delle operazioni di polizia contro la criminalità, tra cui detenzioni illegali e arbitrarie, torture e persino la morte di oltre 400 persone private della libertà in custodia dello Stato.

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