La vicepresidente venezuelana Delcy Rodríguez ha criticato sabato la sottomissione, a suo avviso indiscutibile, del governo della Guyana, guidato dal presidente Irfaan Ali, agli Stati Uniti, dopo che i rappresentanti di entrambi i governi hanno condiviso sui social media, a poche ore di distanza, la stessa dichiarazione sulla criminalità organizzata, in cui si fa particolare menzione del cartello venezuelano dei Soli, recentemente designato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica.
"Irfaan Ali, una pedina del (Segretario di Stato americano) Marco Rubio, non risparmia occasioni per inchinarsi ai suoi padroni americani. Lo stesso comunicato della Guyana del 22 agosto, pieno di bugie sul Venezuela, è stato pubblicato da Marco Rubio alle 13:37 (e da) Irfaan Ali alle 18:15", ha avvertito Rodríguez in un messaggio su Telegram corredato di screenshot dei post di Rubio e Ali.
Il vicepresidente ha indicato questo fatto come prova del fatto che gli Stati Uniti sono "quelli che governano in Guyana", attraverso la compagnia petrolifera Exxon Mobil, e ha denunciato la collusione tra i due Paesi come una minaccia alla pace regionale, dato "l'eccessivo desiderio (degli Stati Uniti) di rubare energia al Venezuela a tutti i costi".
A questo proposito, ha insistito sul fatto che le accuse rivolte dalla Casa Bianca al governo venezuelano si basano su "falsità e bugie" volte a "giustificare" un possibile "intervento" in Venezuela, cosa che, ha aggiunto, "il coraggioso popolo di Bolívar non permetterà mai".
Nella nota sopra menzionata, il governo della Guyana avverte "con profonda preoccupazione" della "minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione rappresentata dalla criminalità organizzata transnazionale e dal narcoterrorismo, che spesso coinvolgono reti criminali come il Cartello dei Soli del Venezuela" , e si impegna a collaborare con i suoi partner bilaterali per "trovare soluzioni significative (...) volte a smantellare le reti criminali per salvaguardare la (nostra) sicurezza comune.
Le accuse di Delcy Rodríguez giungono in un momento di forte tensione tra Stati Uniti e Venezuela, la cui inimicizia è aumentata nelle ultime settimane dopo che il Pentagono ha schierato navi da guerra nella regione e Caracas ha seguito l'esempio, inviando milioni di miliziani nel Paese, citando un "piano di pace" per combattere le minacce esterne.
In questo contesto, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha indetto una "giornata di preparazione" , per unire le forze e affrontare le "minacce" recentemente lanciate dagli Stati Uniti, che propugnano l'impiego di "tutte le proprie risorse" per "porre fine al traffico di droga".
Questa settimana, Maduro ha annunciato il dispiegamento di 4,5 milioni di miliziani in tutto il Paese, una misura che rientra nel suo "piano di pace" per garantire "tranquillità e sovranità" di fronte alle minacce esterne.
43 milioni di euro la ricompensa per informazioni che portino all'arresto del presidente venezuelano , portando così la cifra di 25 milioni di dollari (poco più di 21 milioni di euro) annunciata all'inizio di quest'anno.