Il governo definisce "di cattivo gusto" gli acquisti degli uruguaiani a Temu.

da 3 settembre 2025

Il Segretario della Presidenza, Alejandro Sánchez, si è fatto avanti per difendere con fermezza il nuovo disegno di legge di bilancio nazionale, con particolare attenzione al pacchetto fiscale proposto dall'Esecutivo. Ma le sue parole hanno trovato forte eco in una società che monitora attentamente ogni mossa ufficiale in materia fiscale.

Prima che il dibattito politico si infiammi, è essenziale comprendere gli elementi in gioco. Il testo originale del governo costituisce la base, ma parole chiave come "tasse", "IVA", "Temu", "bilancio" e le loro varianti guideranno l'approccio. URL interni, conoscenza del pubblico uruguaiano e del contesto locale sono fondamentali per garantire che le informazioni siano adattate alla nostra realtà.

Le freccette di Sánchez e la realtà che non si vede

Sánchez difende le modifiche fiscali , in particolare la controversa "tassa Temu", con un'argomentazione che cerca empatia: "Sono dalla parte del proprietario del negozio di ferramenta del mio quartiere, che è uruguaiano come tutti gli altri. Sebbene l'intenzione sia quella di difendere le attività commerciali locali, la frase "compreremo roba scadente da qualcuno che non conosciamo o preferiremmo acquistare da un negozio che offre un certo livello di equità?" ha generato un acceso dibattito.

La critica di fondo è che il governo stia demonizzando un'opzione popolare tra i consumatori, ignorando la realtà di molti uruguaiani che, per motivi economici, cercano alternative più accessibili. Il termine "berretas" (scarsa qualità) non solo scredita il prodotto, ma sottovaluta anche l'intelligenza e il giudizio di chi sceglie di acquistare su piattaforme internazionali. Il dibattito non riguarda "negozi di quartiere contro Temu", ma l'accesso a beni a prezzi accessibili in un contesto di inflazione e di un'economia precaria per molte famiglie.

L'imposta minima e la sovranità fiscale

Il governo ha annunciato ufficialmente la decisione di modificare gli acquisti su piattaforme estere. Il limite di deducibilità è stato aumentato da 600 a 800 dollari, ma la novità è l'imposta IVA al 22%. Sánchez giustifica questa misura con una domanda retorica: "Perché non dovrei applicare il Temu?". Sulla stessa linea, difende l'Imposta Minima Complementare Interna (IMCD) per le multinazionali, chiedendo: "Se pagano le tasse all'estero, non è ragionevole che queste tasse vengano pagate e contribuiscano al finanziamento delle risorse?".

Il governo sostiene che queste tasse siano un atto di "giustizia fiscale" e che la nuova situazione fiscale internazionale neutralizzi i benefici fiscali un tempo offerti dall'Uruguay. La questione è se, nella pratica, queste modifiche vadano effettivamente a vantaggio dei cittadini comuni o se si limitino a spostare l'onere fiscale da un luogo all'altro, senza generare un impatto significativo sul benessere della popolazione. Il dibattito sull' "equità" di queste tasse è appena iniziato e il tempo dirà se gli uruguaiani ne vedranno i frutti.

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