MADRID, 19 (EUROPA PRESS)
Secondo i dati dell'Osservatorio sul lavoro autonomo, promosso dall'organizzazione per i lavoratori autonomi Uatae, il 43% dei lavoratori autonomi spende tra il 25% e il 50% del proprio reddito netto mensile per l'affitto.
Per questa associazione è "allarmante" che migliaia di lavoratori autonomi siano costretti a mantenere la loro attività "sotto una costante pressione economica, con poco margine di investimento, risparmio o crescita".
"Nella maggior parte dei casi, questi pagamenti non sono facoltativi. Chi non può permetterseli deve semplicemente chiudere", lamenta María José Landaburu, segretaria generale di Uatae.
Landaburu ha anche avvertito che questa situazione è strutturale, non temporanea. "Da anni segnaliamo che l'aumento degli affitti, soprattutto nelle aree urbane in difficoltà, è diventato una delle principali minacce per il lavoro autonomo e il commercio locale", spiega.
Inoltre, Uatae avverte che la concorrenza "sleale" generata dai fondi di investimento e dalle grandi catene di vendita al dettaglio ha fatto aumentare i prezzi dei locali, "distruggendo le piccole attività commerciali tradizionali e privando quartieri e città della loro identità".
Pertanto, l'organizzazione chiede che i prezzi degli affitti commerciali siano regolamentati nelle aree sottoposte a stress, che gli aiuti diretti agli affitti siano ampliati per i lavoratori autonomi con locali commerciali e che i contratti di locazione commerciale vengano rivisti.
"Non si può sostenere un'attività economica se tra un quarto e la metà del reddito viene destinato direttamente all'affitto. È urgente riconoscere che anche il mercato degli affitti commerciali necessita di regolamentazione. Non permettiamo alla speculazione immobiliare di affondare i lavoratori autonomi", sottolinea Landaburu.