MADRID, 21 (EUROPA PRESS)
L'ex presidente colombiano Álvaro Uribe ha affermato mercoledì che "vinceremo facilmente" le elezioni del 2026, durante la sua prima apparizione pubblica dopo che un tribunale gli ha revocato gli arresti domiciliari a cui era sottoposto dall'inizio di agosto, quando era stato dichiarato colpevole di corruzione di testimoni e frode procedurale.
"Vinceremo facilmente (…) Non diremo 'fuori', diremo 'dentro la democrazia'", ha dichiarato in risposta ai sostenitori che gridavano "Petro fuori", riferendosi all'attuale presidente colombiano.
L'ex presidente 73enne ha festeggiato la sua liberazione radunando i sostenitori della sua figura e del suo partito, il Centro Democratico, a Sabatena, una città vicino a Medellín. Era accompagnato dalle guardie del corpo, sebbene camminasse tra i presenti, che lo attendevano con bandiere e slogan di sostegno.
Il leader conservatore ha anche confermato sul suo account social X di aver ricevuto "la scheda per la libertà", ribadendo che "ogni minuto della mia libertà lo dedicherò alla lotta per la libertà della Colombia".
Martedì, la Corte superiore di Bogotà ha ordinato il suo rilascio immediato, revocando gli arresti domiciliari imposti a Uribe "finché (…) questa Corte non si pronuncerà sul ricorso presentato contro la sentenza di primo grado".
Oltre alla condanna a 12 anni di arresti domiciliari, Uribe è stato condannato ad altri otto anni di interdizione dai pubblici uffici e al pagamento di una multa di oltre 3,444 miliardi di pesos, equivalenti a 2.420 salari minimi (circa 720.700 euro).
La giudice Sandra Heredia ritiene che l'ex presidente, che ha costantemente negato i fatti e affermato di essere vittima di persecuzione politica, abbia istigato emissari a manipolare i testimoni nelle carceri del Paese per trarne vantaggio. Secondo l'inchiesta, l'avvocato Diego Cadena avrebbe tentato di offrire benefici a diversi ex paramilitari per modificare la loro versione dei fatti sui presunti legami tra l'ex presidente e suo fratello, Santiago Uribe, e i paramilitari.
Il caso ebbe inizio nel 2012, quando Uribe presentò una denuncia contro il senatore Iván Cepeda, sostenendo che quest'ultimo aveva visitato le carceri del Paese per presentare false testimonianze contro di lui in merito all'ascesa del paramilitarismo nella regione di Antioquia.
Tuttavia, dopo la presentazione delle prove, diverse versioni indicavano che gli avvocati dell'ex presidente stavano cercando di manipolare i testimoni per puntare il dito contro Cepeda, così quest'ultimo passò dall'essere accusato a essere vittima, a differenza di Uribe, l'attore, che divenne un sospettato.