Il 21 agosto 2025, la città di Cali ha vissuto uno degli eventi più devastanti della storia recente: due esplosioni hanno causato almeno 20 morti e diverse decine di feriti. Gli attacchi sono stati attribuiti ai dissidenti delle FARC e hanno riacceso una paura che sembrava svanire in Colombia, una paura che aveva segnato la vita quotidiana di milioni di persone per oltre mezzo secolo.
Le immagini di strade distrutte e famiglie in lacrime sono rapidamente diventate virali sui social media. Secondo il sindaco di Cali, Alejandro Eder, quanto accaduto è stato un atto terroristico che ha colpito direttamente la stabilità del Paese. A suo avviso, il governo nazionale deve agire con maggiore fermezza per contrastare le organizzazioni criminali che controllano il narcotraffico.
Una città assediata dalla violenza
Uno degli attacchi è avvenuto nei pressi di una base della Forza Aerospaziale Colombiana. Nonostante la gravità degli eventi, il presidente Gustavo Petro non ha dichiarato lo stato di agitazione interna nel dipartimento, il che ha suscitato critiche da più parti. Il quotidiano El Tiempo ha persino parlato di una lotta di potere tra il livello nazionale e quello regionale, che in ultima analisi danneggia la popolazione civile.
Il governo ha annunciato che richiederà il riconoscimento internazionale delle bande legate al narcotraffico come gruppi terroristici. L'obiettivo è consentire loro di essere perseguiti dalle autorità di altri Paesi. Tuttavia, gli esperti sottolineano che la misura è troppo tardiva: a giugno, la stessa regione aveva già subito una serie di attacchi contro stazioni di polizia e intere comunità.
Elezioni tra paura
La Colombia si avvicina alle elezioni presidenziali del maggio 2026 con un clima sempre più teso. Dopo la storica ascesa al potere della sinistra con Petro, la destra sta cercando di riprendere il controllo. Ad aggravare l'insicurezza c'è una crisi economica che sta colpendo le tasche delle famiglie: il prezzo di beni di prima necessità come yerba mate, pane e latte sta aumentando inesorabilmente, rendendo ancora più difficile arrivare a fine mese.
L'Istituto per gli Studi sullo Sviluppo e la Pace (Indepaz) ha avvertito che il problema non si limita al narcotraffico. Continuano anche i massacri e gli omicidi di leader sociali. Solo tra gennaio e agosto 2025, sono stati registrati 50 massacri, con 165 vittime , molti dei quali in città della Valle del Cauca come Cali, Tuluá, Jamundí e Buga.
L'omicidio di un pre-candidato
Il panorama politico si oscurò ulteriormente con l'assassinio di Miguel Uribe Turbay, un giovane candidato alla presidenza. Rimase ferito in un attentato a Bogotà e morì due mesi dopo. La Procura Generale descrisse l'incidente come un assassinio, ricordando l'assassinio del leader liberale Luis Carlos Galán nel 1989.
Suo padre, Miguel Uribe Londoño, assunse la carica di candidato per il partito Centro Democratico, simbolo della destra. L'evento ebbe un profondo impatto, non solo per la perdita di un giovane leader, ma anche perché riportò in auge la pericolosa commistione tra armi e politica in Colombia.
Il fattore Uribe e la polarizzazione
A tutto questo si aggiunge la condanna in primo grado dell'ex presidente Álvaro Uribe Vélez, accusato di intimidazione di testimoni. È stato condannato a 12 anni di carcere, sebbene la pena sia stata sospesa in attesa dell'appello. Il caso, salutato come "il processo del secolo", ha intensificato la polarizzazione: per alcuni si tratta di giustizia, per altri di persecuzione politica.
In questo contesto, l'amministrazione Petro cerca di sostenere il suo progetto mentre la violenza si insinua nelle case. Le famiglie che ieri erano preoccupate di come arrivare a fine mese ora devono anche fare i conti con la paura che la violenza bussi alla loro porta. L'ombra del terrorismo getta ancora una volta ombre su un Paese ancora alla ricerca della pace dopo decenni di conflitto.