Il governo spagnolo ha convocato l'ambasciatrice a Tel Aviv, Ana María Salomon, per consultazioni in risposta alle misure e alle accuse mosse dal governo israeliano. La decisione, annunciata dopo il divieto d'ingresso imposto a due ministri spagnoli, mira a esprimere il malcontento ufficiale senza interrompere le relazioni diplomatiche. Fonti del Ministero degli Affari Esteri hanno indicato che la decisione risponde a quelle che Madrid ha definito accuse "calunniose" contro la Spagna e misure "inaccettabili" nei confronti di Yolanda Díaz e Sira Rego.
Le tensioni sono esplose dopo il pacchetto di misure annunciato dal presidente Pedro Sánchez per arginare quello che ha descritto come il rischio di "genocidio" a Gaza. Israele ha risposto denunciando un tentativo di distogliere l'attenzione dai suoi problemi interni e ha posto il veto ai ministri interessati. A entrambi è stato impedito l' ingresso in Israele e qualsiasi contatto ufficiale con loro, secondo il governo israeliano. Il gesto di Madrid mira a bilanciare la protesta diplomatica con il mantenimento del dialogo bilaterale.
La convocazione di consultazioni è uno strumento diplomatico comune per esprimere malcontento e generalmente comporta il ritiro temporaneo dell'ambasciatore senza interrompere le relazioni. In questo caso, la convocazione a Salomon è la prima del suo genere dall'ottobre 2023, sebbene non sia la prima volta che Israele solleva proteste diplomatiche per le dichiarazioni spagnole . Il governo spagnolo ha optato per questo passo anziché per un ritiro permanente della rappresentanza, che richiederebbe un ulteriore passaggio e l'accettazione del Paese ospitante.
L'episodio ripropone un precedente recente: nel maggio 2024, Madrid richiamò l'ambasciatore a Buenos Aires durante una crisi con l'Argentina , che si normalizzò col tempo e con la nomina di un nuovo rappresentante. Questo precedente serve da riferimento per le tempistiche e i limiti dell'attuale misura. Il governo sostiene che mantenere i canali con Israele è necessario perché qualsiasi soluzione duratura in Medio Oriente richiederà la sua partecipazione.
Sul fronte politico interno, la decisione ha lasciato la coalizione piuttosto frammentata: i partner governativi hanno chiesto misure più severe, tra cui il richiamo permanente dell'ambasciatore, mentre l'esecutivo ha preferito una risposta conciliante ma ferma. Albares ha sostenuto che la Spagna non si discosta dai consueti canali diplomatici e ha fatto appello a criteri di proporzionalità rispetto ad altre crisi internazionali. Il follow-up chiarirà se la misura è sufficiente a mitigare la crisi o se l'escalation richiede ulteriori misure.
Per l'opinione pubblica e i media, l'incontro segna un passo significativo nella disputa tra Madrid e Israele, con implicazioni pratiche e simboliche. L'ambasciatore tornerà per consultazioni e le prossime comunicazioni ufficiali chiariranno se il percorso del dialogo proseguirà o se il conflitto diplomatico si inasprirà. Nel frattempo, il processo sarà condotto con cautela: proteste pubbliche senza bruciare i ponti, che, secondo il governo, saranno necessarie in qualsiasi futuro negoziato.