Un altro addio industriale: chiude l'iconico caseificio Nueva Helvecia.

da 18 settembre 2025

Chiude il caseificio Nueva Helvecia dopo l'asta e la vendita dei macchinari

Il caseificio Nueva Helvecia ha confermato la sua chiusura definitiva il 17 settembre, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa locale Helvecia e ripreso da Uruguay Al Día , ponendo di fatto fine a decenni di produzione e alla storia del marchio Alpa. L'asta tenutasi ad aprile e il successivo trasferimento delle attrezzature a un'azienda di Tacuarembó hanno accelerato un esito che ora lascia i lavoratori e la comunità in uno stato di incertezza.

Fondato nel 1950 con il nome di Alpa, lo stabilimento è stato per molti anni un punto di riferimento nel settore lattiero-caseario regionale e ha commercializzato con successo prodotti con un'ampia presenza a livello nazionale. Negli anni '90, lo stabilimento ha dato lavoro a oltre 80 persone, ha esportato parte della sua produzione e ha implementato tecnologie che, all'epoca, lo posizionavano come uno dei più moderni della regione.

Interno con macchinari rimossi dal caseificio Nueva Helvecia (ex Alpa) dopo la sua chiusura.
Panoramica dello stabilimento: Il caseificio Nueva Helvecia perde la sua produzione storica a seguito del trasferimento delle attrezzature.

Caseificio Nueva Helvecia: storia, eredità e marchio Alpa

La crisi che portò a questa chiusura non fu un evento di un giorno: decenni di errori aziendali accumulati, cambi di proprietà e difficoltà finanziarie raggiunsero picchi critici all'inizio degli anni 2000, quando il marchio Alpa fu venduto e lo stabilimento dovette reinventarsi sotto altri nomi. Nonostante le successive riattivazioni, la ripresa non raggiunse mai la precedente scala produttiva.

Negli ultimi anni, la produzione era stata limitata a linee come Berna e la gamma premium Rodolfo; lo stabilimento operava con una forza lavoro ridotta, che, secondo i media locali, si aggirava intorno ai 18 dipendenti. Questa riduzione riflette la transizione di un settore da fabbriche ad alta intensità di manodopera a processi più concentrati, con maggiori requisiti di scala per essere redditizio.

Caseificio Nueva Helvecia: macchinari venduti e destinazione del bene

Il pignoramento giudiziario di aprile, legato ai debiti derivanti dai prestiti concessi da República AFISA, ha segnato il punto di non ritorno. L'azienda ha quindi espresso l'intenzione di riacquistare i beni e continuare a operare, ma non è riuscita a ottenere un sostegno finanziario sufficiente e i macchinari sono stati venduti fuori città. Secondo la fonte locale, i fondi raccolti sono stati utilizzati per pagare indennizzi, fornitori e obblighi legali in sospeso.

L'esodo di macchinari verso un'altra regione formalizza un fenomeno comune: quando le infrastrutture vengono disperse, la possibilità di riattivare la produzione nel luogo di origine diventa sostanzialmente più complessa. Riportare in funzione l'impianto richiede non solo capitali, ma anche la volontà politica locale e un piano aziendale diverso da quello che ha portato al disastro.

Caseificio Nueva Helvecia: impatto sull'occupazione e sull'economia locale

L'impatto sulla città e sul suo hinterland sarà immediato. Oltre alla disoccupazione diretta, i piccoli fornitori di input, i trasportatori, le imprese e i servizi che ruotano attorno alla fabbrica perderanno terreno. Per una città delle dimensioni di Nueva Helvecia, la chiusura di uno stabilimento iconico si traduce in una riduzione dell'attività economica e nell'erosione di reti produttive difficili da riorganizzare.

Gli ex lavoratori chiedono certezza in merito ai risarcimenti e al rispetto degli obblighi di legge; allo stesso tempo, la comunità chiede trasparenza sull'utilizzo dei fondi dell'asta e sulle condizioni in base alle quali sono state effettuate le vendite dei beni. I leader sindacali e comunali chiedono inoltre un dialogo per esplorare alternative di reindustrializzazione o ristrutturazione degli spazi produttivi.

Esterno del caseificio Nueva Helvecia, chiuso dopo l'asta e la vendita dei macchinari.
Dopo l'asta, lo storico caseificio Nueva Helvecia (ex Alpa) ha chiuso i battenti; i macchinari sono stati venduti, lasciando i lavoratori in uno stato di incertezza.

Da una prospettiva regionale, il caso solleva interrogativi più ampi: quale ruolo dovrebbero svolgere le politiche pubbliche nell'impedire che le aziende storiche vengano messe all'asta? Come si possono combinare incentivi, finanziamenti e supervisione per sostenere le industrie che generano posti di lavoro a livello locale? Risposte parziali includono linee di credito agevolate, programmi di partnership produttiva e piani di formazione per l'aggiornamento tecnologico.

Caseificio Nueva Helvecia: procedure legali e prospettive di lavoro

Nel breve termine, le fasi procedurali sono chiare: verifica giudiziaria dei debiti, liquidazione delle passività, notifiche ai lavoratori e apertura di canali amministrativi per eventuali riacquisti. Nel medio termine, rimane l'opportunità – se ci saranno parti interessate – di riconfigurare il settore lattiero-caseario nella regione, sebbene ciò richiederà capitali, pianificazione e garanzie oggi non disponibili.

La chiusura dello storico stabilimento di Nueva Helvecia non è solo l'ennesima cronaca di aziende che chiudono i battenti: è il riflesso di decisioni aziendali, circostanze economiche e debiti accumulati che alla fine disgregano il tessuto produttivo locale. Per chi rimane, la richiesta è duplice: recuperare reddito e, soprattutto, che questo episodio serva da lezione per progettare meccanismi che preservino l'occupazione e il patrimonio industriale nei piccoli centri.

Helvecia – Chiude l’iconico caseificio Nueva Helvecia, responsabile della creazione del marchio Alpa

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